“L’agricoltura è già pienamente coinvolta dalla rivoluzione digitale. Nelle campagne cresce l’importanza delle tecnologie e del Web come sistema integrato, basato su sottosistemi, da gestire in maniera coordinata, per assicurare sviluppo e crescita sostenibile, attenzione al territorio ed ai suoi fruitori. L’agricoltura intelligente dovrà saper utilizzare i Big Data, tutta l’enorme mole delle informazioni disponibili, collegandole e interpretandole in un sistema integrato per far crescere il nostro settore e i nostri territori”. Lo ha detto Raffaele Maiorano, presidente dei giovani di Confagricoltura, aprendo i lavori dell’incontro:”Big Data. Strumenti per crescere e innovare”, che si è tenuto a Fieragricola.
L’interazione in un sistema integrato, che produce in tempo reale le informazioni necessarie per prendere decisioni con grandi margini di miglioramento del sistema nel suo complesso, è quello che chiamiamo Big Data. Un caso per tutti è la mappatura dei geni nelle scienze biomediche: ogni singola proteina è composta da migliaia di combinazioni ed ogni singolo elemento naturale ne comporta la mappatura per migliaia e migliaia di casi. I mattoni di costruzione sono gli stessi, ma le informazioni prodotte sono molte e tutte differenti tra loro. Si sono creati così dei sistemi condivisi per le ricerche biomediche e Google ha varato alcuni prototipi, che permettono ai singoli ricercatori di interagire con le mappe genetiche messe in comune dai laboratori di ricerca di tutto il mondo.
Attualmente, le aziende che trattano l’enorme mole di informazioni prodotte ogni giorno sono quelle americane, anche se ci sono innovative realtà anche in Europa. I giovani di Confagricoltura, insieme ai relatori: Roberto Reali, del dipartimento Scienze bio-agroalimentari del CNR; Luigi Marangon, project manager di Infocamere e Luciano Magliulo, responsabile tecnico di Penelope s.p.a., hanno fatto il punto sulla situazione attuale e sulle prospettive del comparto agroalimentare. Non c’è dubbio che le grandi opportunità sono la modernizzazione e l’innovazione del comparto, dove l’impatto dei Big Data è una sfida ancora aperta.
Ma come possono essere usati in agricoltura e nell’agroalimentare i Big Data? Quali siano le opportunità per questi settori, in questa fase, è abbastanza evidente. I sistemi produttivi agricoli devono interagire con sistemi di informazione molto diversi. Il caso più semplice sono i dati metereologici ed ambientali elaborati da stazioni informative esterne ai cicli produttivi. Ma se immaginassimo un sistema di sensori per l’approvvigionamento dell’acqua o per il flusso dei fiumi si potrebbero evitare, programmando gli interventi, diversi problemi derivati dall’assetto del territorio. C’è anche l’opportunità che i sistemi produttivi singoli intervengano attivamente nel flusso delle informazioni. Un’ applicazione sviluppata in Australia permette, ad esempio, di ottenere e fornire informazioni relative all’utilizzo dei fitofarmaci.
“La parola d’ordine per l’agricoltura del futuro è innovazione. Confagricoltura – ha sottolineato nelle conclusioni il direttore generale Luigi Mastrobuono – ha sempre puntato sulla cultura della conoscenza e delle informazioni, fondamentali anche nella gestione di una moderna impresa agricola. Siamo stati antesignani nel promuovere l’agricoltura intelligente, quella delle nuove idee. Ci impegniamo a superare il digital divide fornendo attenzione al territorio e alle sue imprese. Il nuovo corso dell’agricoltura passa inevitabilmente dalle tecnologie all’avanguardia, dallo sviluppo sostenibile, dall’agricoltura di precisione, ma anche dall’uso creativo dei Big Data”.
C.S