Una composta ma ferma polemica sta infiammando in queste ore pagine di giornali e social media: oggetto del contendere il pranzo al Comune di Catania organizzato dall’amministrazione etnea per le First Ladies e i First Husband dei potenti partecipanti al G7 di Taormina.
L’organizzazione del pranzo è stata affidata infatti allo chef siciliano (e stellato) Pino Cuttaia, titolare de “La Madia” a Licata (AG).
La scelta è stata però criticata prima singolarmente da alcuni importanti colleghi di Catania, sui social media, e poi ufficialmente dall’associazione provinciale Cuochi Etnei, presieduta da Seby Sorbello.
In nessun caso, ovviamente, è stato toccato il merito dello chef Cuttaia, il cui valore professionale e tecnico è e resta universalmente riconosciuto. Semmai, provenendo da Licata, a Cuttaia si “rimprovera” di fatto la mancanza rappresentatività territoriale.
“Mancava per caso – chiede Sorbello al sindaco Enzo Bianco – tra gli oltre 500 giovani e più maturi professionisti e veri talenti catanesi, un brillante e capace cuoco etneo che potesse degnamente rappresentare la nostra città anche in un momento conviviale come il pranzo offerto da Lei al Comune di Catania?”
Anche Carlo Sichel, premiato chef de “Il Carato” di Catania, così scrive in un post su Facebook: “Faccio l’inchino a Pino Cuttaia che verrà a cucinare per le Ladies del G7. Ma, lo scrivo in piccolo piccolo e col massimo rispetto: non sarebbe stato bello se il nostro Sindaco avesse coinvolto i cuochi Catanesi alla bisogna? Io ne conosco 4 che avrebbero fatto fare alla città un figurone“.
Non sappiamo come finirà la questione, tuttavia ci permettiamo di dare al grande Pino Cuttaia un piccolo suggerimento: perché non organizzare un pranzo a più mani, con prodotti etnei e della sua terra, facendo vincere lo spirito di comunità e di unione che dovrebbe essere d’esempio per le nuove generazioni di chef?
Magari non risolveremo i problemi messi sul tavolo dal G7, ma di certo il messaggio lanciato sarebbe davvero positivo!